Chi si ricorda il diesel nei primi anni '80? Era considerato il carburante dei camion o dei poveri. Oggi la metà delle automobili nuove viene venduta con motori diesel. Questa insolita introduzione la utilizziamo soltanto a far capire come il mondo cambi radicalmente anche a distanza di pochi anni. Oggi parliamo di biodiesel, un carburante che potrebbe far parlare molto di sé negli anni a venire.Il Biodiesel è un carburante ottenuto dagli oli vegetali di soia, di colza e di girasoli. Non parliamo di fantatecnologia futuristica o di utopie agroambientaliste, oggi la produzione di biodiesel è in costante aumento. Complessivamente circa un milione di tonnellate l'anno in europa di cui 300.000 in Italia (fonte Assobiodiesel). Il Biodiesel è utilizzato nei trasporti pubblici in molte realtà italiane ed è la stessa Unione Europea a prevedere una sua copertura del 20% nelle vendite di carburante entro il 2020. I risultati ottenuti finora sono incoraggianti.Può essere utilizzato sia come sostituto del gasolio sia miscelato per ottenere un combustibile alternativo senza necessitare modifiche agli impianti di riscaldamento o ai motori. Il biodiesel è un olio vegetale privo di glicerina a cui viene aggiunto il metanolo.Ha il vantaggio di essere completamente biodegradabile nell'ambiente, rappresentando una concreta alternativa "pulita" ai carburanti tradizionali.
Secondo gli indici Ernst & Young 2007 la Francia è il quarto mercato dei biocarburanti per interesse degli investitori. Mentre in Italia le fonti di energia rinnovabile, come biocarburanti ed eolico, sono continuamente messe in discussione dagli stessi ambientalisti, quelli più radicali, nel resto del mondo lo sviluppo sostenibile va avanti e non aspetta l'Italia. Lo dimostra la situazione francese sul piano della competitività nel nascente mercato dei biocarburanti. La Francia è al secondo posto nella UE per il biodiesel e al quarto dell'etanolo, con tassi di crescita del 63%. Un piano di sviluppo e di ricerca definito dal governo e che trova il pieno consenso degli agricoltori, dei centri di ricerca universitari e delle stesse case automobilistiche. Per queste ragioni, enunciate nel rapporto Ernst & Young 2007, il mercato dei biocarburanti francesi appare maturo e sicuro agli occhi degli investitori stranieri. E l'Italia? Il nostro paese è senz'altro meno appeal a causa della tipica opposizione italiana a tutto e al contrario di tutto. A casa nostra discutiamo se il biofuel sia una risorsa 'verde' oppure la causa del rincaro dei prezzi e della fame del mondo. All'estero si limitano a produrre biocarburante e a metterlo in commercio. In questo contesto avere ragione o torto conta ben poco. Il mondo va già in una direzione. L'Italia può scegliere se prendere il treno subito oppure, come sempre, rincorrerlo dopo.
L'uso del biocarburante oltre a garantire un miglioramento sull'impatto ambientale dei carburanti e quindi sulla salute dei cittadini consente anche molti vantaggi economici e sociali non trascurabili:
1. Favorisce l'auto-approvvigionamento europeo sui carburanti riducendo la dipendenza dai paesi esportatori di petrolio.
Secondo gli indici Ernst & Young 2007 la Francia è il quarto mercato dei biocarburanti per interesse degli investitori. Mentre in Italia le fonti di energia rinnovabile, come biocarburanti ed eolico, sono continuamente messe in discussione dagli stessi ambientalisti, quelli più radicali, nel resto del mondo lo sviluppo sostenibile va avanti e non aspetta l'Italia. Lo dimostra la situazione francese sul piano della competitività nel nascente mercato dei biocarburanti. La Francia è al secondo posto nella UE per il biodiesel e al quarto dell'etanolo, con tassi di crescita del 63%. Un piano di sviluppo e di ricerca definito dal governo e che trova il pieno consenso degli agricoltori, dei centri di ricerca universitari e delle stesse case automobilistiche. Per queste ragioni, enunciate nel rapporto Ernst & Young 2007, il mercato dei biocarburanti francesi appare maturo e sicuro agli occhi degli investitori stranieri. E l'Italia? Il nostro paese è senz'altro meno appeal a causa della tipica opposizione italiana a tutto e al contrario di tutto. A casa nostra discutiamo se il biofuel sia una risorsa 'verde' oppure la causa del rincaro dei prezzi e della fame del mondo. All'estero si limitano a produrre biocarburante e a metterlo in commercio. In questo contesto avere ragione o torto conta ben poco. Il mondo va già in una direzione. L'Italia può scegliere se prendere il treno subito oppure, come sempre, rincorrerlo dopo.
L'uso del biocarburante oltre a garantire un miglioramento sull'impatto ambientale dei carburanti e quindi sulla salute dei cittadini consente anche molti vantaggi economici e sociali non trascurabili:
1. Favorisce l'auto-approvvigionamento europeo sui carburanti riducendo la dipendenza dai paesi esportatori di petrolio.
2. Stimola la redditività delle attività agricole dedicate alla produzione dei prodotti agricoli destinati alla produzione di biodiesel, con chiari effetti occupazionali e redistributivi della ricchezza.
Considerando la perenne situazione di sovraproduzione alimentare in cui versa la Ue, l'utilizzo della produzione agroalimentare per fini energetici rappresenta un'opportunità interessante per tutti i paesi membri dell'Unione Europea.
Fonte www.Ecoage.com
Fonte www.Ecoage.com