L'INTERVISTA - Poli Bortone: «Promossa dai sondaggi, in campo per vincere»
di NINNI PERCHIAZZI
BARI - «Io sono in campo per vincere non per far perdere qualcuno: chi dice il contrario ha una visione molto angusta della politica». Adriana Poli Bor tone, senatrice, già ministro e sindaco di Lecce, affronta la nuova avventura delle elezioni regionali sfidando i colossi Pd e Pdl, Nichi Vendola e Rocco Palese, col suo movimento Io Sud e con l’ausilio dell’Udc di Casini (a cui potrebbe affiancarsi un movimento di «donne protagoniste», con una lista tutta al femminile).
Come nasce la sua candidatura in «semi» solitaria? Con l'Udc abbiamo già fatto un percorso insieme, io sono nel gruppo misto dove c'è anche l'Udc. L’Udc aveva detto in maniera chiara e leale che attendeva l’esito delle primarie del Pd, io avevo scelto di dialogare con Pdl perchè pensavo che si volesse allargare anche a tematiche vicine al Sud, care a Berlusconi. Se non ci fosse stata questa fretta da parte del Pdl di chiudere prima, probabilmente si sarebbe potuto fare un discorso anche alla luce dell’esito delle primarie del Pd, ma evidentemente, come dice giustamente Casini, il Pdl ha un delirio di autosufficienza ed è uscito un nome di stretta osservanza del ministro.
Ha incontrato Berlusconi. Cosa le ha detto? Ho sincera stima e affetto per il presidente che si è comportato da persona leale e perbene. Voleva che fossi io la candidata del Pdl, mi conosce da tempo. Gli altri, invece, localmente non mi pare che facciano gli interessi dell’area moderata.
A chi si riferisce? Al ministro Fitto e a una parte del Pdl che ha siglato un brutto documento (parlamentari e consiglieri regionali dell’ex An hanno definito “illogica e inaccettabile” la sua candidatura, ndr) non smentito da nessuno dei vertici del Pdl. E' difficile dialogare quando ci si trova di fronte ad un documento di questo genere. Non me lo aspettavo per stile, contenuti e perché pensavo che venissero da una tradizione di destra in cui si rispettano persone, dignità, rapporti civili e amicizia. Invece col restringimento degli spazi per An, prevalgono egoismi e provincialismi: non credo che li farà andare molto avanti.
Si attendeva scelte diverse? Una parte del Pdl ha voluto dare una accelerazione alle cose ufficializzando il nome di Palese pochi minuti prima dell’esito delle primarie del centrosinistra, dimostrando così di volere restare solo nell’ambito dei propri amici. Erano tre mesi che si parlava di un accordo col Pdl, poi alcuni del Pdl che hanno inteso mettere i nomi sotto un documento, si sono assunti la responsabilità di questa scelta.
Diceva del «ministro». È stato Fitto a non volerla? Di certo il ministro ha preferito un uomo suo una donna pensante. Non mi hanno voluto i locali, proprio la componente An che teme il restringimento degli spazi di An.
La sua candidatura sembrerebbe avvantaggiare Vendola. Gli esperti 5 anni fa davano Fitto vincente su Vendola. Così non è stato.
È stato difficile andare da sola? Avevamo un sodalizio già in piedi quindi non è stato difficile decidere. A sinistra hanno avuto il buonsenso di fare le primarie, a destra pensavo che ci si potesse affidare ai sondaggi. La mia candidatura è stata frutto di una specie di primarie fatte con la società pugliese perchè ci sono stati tanti sondaggi, come quello della Gazzetta, che mi hanno dato sempre vincente sugli altri candidati. E poi i pugliesi che si vedono imposti il candidato messo lì 5 minuti prima della chiusura delle primarie del Pd, non credo siano subito disponibili a votarlo.
Si confronta col presidente uscente e con il capo delle opposizioni in consiglio regionale. Li affronterò coi contenuti di programma e col mio forte spirito identitario meridionale. E col favor che i pugliesi che hanno superato persino i pregiudizi sulla mia leccesità. Per gli amici di Bari io sono “la pugliese”. È una cosa molto bella.
Che campagna elettorale sarà? Onesta e fatta di contenuti. Faremo una campagna elettorale giusta per una regione povera. Bisogna essere realistici e onesti intellettualmente: non dobbiamo dire che Vendola ha fatto tutto male solo perchè la pensa in modo diverso da noi. Cercheremo di prendere le cose buone che sono state fatte e di enucleare le criticità, quello che non è stato fatto e proporremo le nostre idee.
Con l’Udc ha parlato di programmi? Da tre mesi lavoriamo sul programma, che ora rivedremo con l’Udc, decidendo le priorità.
Ha pensato che se arriva terza resta con un pugno di mosche? Questo sarà un tema della campagna elettorale del Pdl, ma non siamo un vaso di coccio tra vasi di ferro. Siamo tre soggetti rispettabili con le proprie idee. Partiamo tutti dalla stessa base. E poi in Puglia c’è il voto disgiunto: punto molto su tale elemento e sulla libertà di pensiero dei pugliesi.