18 dicembre 2008

La Regione Puglia “scuce” i soldi per il referendum

I due comitati per l'autonomia di Palese-Santo Spirito e Carbonara Ceglie Loseto non si sono mai arresi davanti all'ostracismo di un consiglio regionale che ad Ottobre 2008 aveva bocciato un emendemento del consigliere regionale Loperfido inteso a reperire i fondi necessari per lo svolgimento del referendum consultivo per l'autonomia.C'era certamente una incoerenza nella decisione del consiglio in quanto, lo stesso, aveva espresso precedentemente parere favorevole all'indizione dello stesso a larga maggioranza.Il sospetto di interventi esterni sul diniego dei fondi dell'assise pugliese è convinzione comune di molti cittadini delle ex-frazioni.A tal riguardo alcuni cittadini asserirono che non ci si poteva riempire la bocca della parola "democrazia"per poi negarla all'atto pratico quando cittadini chiedono di decidere attraverso una consultazione popolare il loro destino amministrativo. Fece sorridere anche i polli la motivazione campata in aria dell’assessore regionale Minervini per giustificare la bocciatura dell'emendamento sopracitato durante la discussione in aula. Un fatto fu acclarato,la regione Puglia,una delle più spendaccione in termini di costi della politica e di consulenze esterne,non aveva soldi (circa 280.000,00 Euro)per far svolgere un referendum di forte spessore democratico.
E Vendola ed Emiliano,i due paladini della politica dell’ascolto e della partecipazione, dove erano quando si tentava di usurpare i cittadini delle ex.frazioni di un loro diritto fondamentale di esprimere con gli strumenti della democrazia un parere sul distacco da Bari?
Poi è avvenuto il miracolo .Grazie al Tar Puglia che dietro ricorso dei comitati delle ex-Frazioni e dell'imprenditore Palesino Vito Vasile ,ha costretto la Regione Puglia a "scucire i soldi" per il referendum .La somma,guarda caso,è stata reperita da un capitolo che è sempre esistito il “Capitolo 1110030 UPB 10.4.1 “Fondo di riserva per spese impreviste”visto che qualcuno non aveva “PREVISTO” di mettere in bilancio la somma necessaria al referendum.
Una vittoria per la democrazia ma che lascia l'amaro in bocca, i cittadini devono ricorrere alla Magistratura per far valere i loro diritti costituzionali,questo ormai sta diventando consuetudine (Vedi Petruzzelli) e questo sicuramente rappresenta la sconfitta della politica.

Gaetano Macina