18 aprile 2008

Il Consigliere Luigi Fera di AN : basta con le attese ,costruiamo le rampe in zona 167


I lavori delle rampe non iniziano ed il consigliere Provinciale Luigi Fera si reca dal Presidente della Provincia di Bari ,Vincenzo Divella . Il Presidente Divella, preso atto delle lamentele del Consigliere di AN ha indetto subito una riunione di servizio con tutte le parti in causa per snodare tutti i vincoli e laccioli burocratici e non che impediscono l’inizio dei lavori. Nel contempo,lo stesso Divella, ha promesso al consigliere il suo impegno personale a realizzare un’opera che, anche lui personalmente, ritiene indispensabile e strategica per tutta la comunità di Palese e dell’intera Prima Circoscrizione.
Un impegno personale assunto nelle ultime elezioni amministrative aveva spinto il Consigliere Provinciale di AN Luigi Fera a seguire personalmente tutto l’iter procedurale del progetto della costruzione delle rampe 167, un’opera strategica per la vivibilità di Palese in particolare. Il percorso progettuale delle rampe era stato irto di ostacoli sin dall’inizio per una serie di motivazioni sia di carattere tecnico-economico che di carattere giuridico-amministrativo per una serie di ricorsi di cittadini espropriati. . In questo percorso Fera si è anche confrontato con l’Assessore provinciale alla viabilità Nicola Terlizzese che si è mostrato molto sensibile e disponibile a favorire la realizzazione delle rampe. Anche lo staff tecnico della Provincia tra cui l’ing. Nicola Anaclerio ,l’Ingegnere Emilio Pepe unitamente al Direttore dei Lavori Ing.Antonio Savino hanno avuto lo stesso atteggiamento di disponibilità fattiva nei confronti delle desiderate dello stesso Fera..
La consegna dei lavori,a Novembre 2007, alla Ditta CO.GE.PRE di Roma e quindi alla Impresa Subappaltatrice Saracino Strade aveva fatto ben sperare nella realizzazione delle cinque rampe ma dopo circa sei mesi i lavori non sono iniziati Il consigliere,per capire i motivi del ritardo, in data 14 Aprile 2008 si è recato nella zona 167 a Palese unitamente a tecnici della Ditta Appaltatrice e della Provincia di Bari per fare il punto della situazione e trovare delle soluzioni per risolvere eventuali altri problemi ostativi all’inizio dei lavori.
Per questo,oltre ai tecnici, il consigliere Fera ha interessato anche la più alta figura istituzionale della Provincia di Bari, il Presidente Vincenzo Divella,che certamente imprimerà alla questione una sterzata decisiva e concreta alla realizzazione di un’opera agognata da decine di migliaia di cittadini.

15 aprile 2008

dal Giornale "AVVENIRE"

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VERDETTI CHIARI CHE SI APRA UNA STAGIONE NUOVA

Hanno vinto Silvio Berlusconi e il suo Popolo della libertà alleato con la Lega, conquistan­do il primato elettorale e, a quanto pare, nu­meri sufficienti a controllare politicamente sia la Camera sia il Senato. Hanno, invece, per­so i divisi eredi del Governo Prodi. È sconfitto Walter Veltroni, candidato pre­mier del Partito democratico, che pure ha sa­puto tenere bene in piedi il «partito nuovo» che si è impegnato a modellare a sua propria immagine. L’obiettivo veltroniano di dare corpo a uno dei perni di un rinnovato siste­ma bipolare appare così centrato, il Pd ha però mancato non solo l’annunciata «gran­de rimonta», il raggiungimento di quella soglia del 35% che il leader aveva in­dicato ai suoi come premio di consolazione e taglia-polemiche. Decisamente più sconfitto è Fausto Berti­notti. Il leader della Sinistra arcobaleno e pre­sidente 'uscente' della Camera ha subìto, al­la testa dell’ex area di «lotta e di governo» del­l’Unione, una disfatta di proporzioni impre­viste e oggettivamente paragonabile agli ef­fetti di un terremoto: le liste unitarie di Prc, Pdci, Sd e Verdi non produrranno stavolta neanche un eletto. Un dato che non può es­sere spiegato solo con la pur poderosa pola­rizzazione del voto degli italiani. E che indu­ce nuovamente a riflettere a proposito del­l’eccesso di ruolo e del potente condiziona­mento esercitato da quest’area sulle scelte (e sulle non scelte) politiche e programmatiche del vecchio centrosinistra. Tra i vincitori, c’è poi – come accennato – un posto di rilievo per la Lega Nord, alleata stra­tegica ed esigente del Pdl. E – almeno un po’ – per l’Italia dei valori, schierata (con pro­messa di fusione) a fianco del Pd. I lusinghieri risultati ottenuti dalle liste che s’identificano in Umberto Bossi e in Antonio Di Pietro con­fermano che non è certo per caso che gli u­nici due partiti di qualche rilievo ammessi alla coalizione con i 'giganti' Pdl e Pd siano stati proprio quelli che si sono dimostrati ef­fettivamente capaci – per storia e profilo – di intercettare i sentimenti di protesta presen­ti in una fetta niente affatto trascurabile del­l’elettorato italiano. Si è, infine, battuta con onore l’Unione di cen­tro. La formazione guidata da Pier Ferdinan­do Casini non sarà «determinante» come a­veva sperato di poter essere e perciò dovrà saper incarnare, come ha promesso anche ieri, un ruolo inedito per la politica italiana, quello di «un’opposizione costruttiva». Tut­tavia a Casini e ai suoi alleati della 'Rosa per l’Italia' – nella battaglia per la sopravvivenza di una certa idea del riformismo e della mo­derazione – è riuscito quello che a risultati or­mai delineati appare un piccolo grande mi­racolo: ottenere percentuali di consenso di tutto rispetto, che portano l’Udc a essere l’u­nica formazione 'autonoma' in grado di con­quistare seggi in un Parlamento monopoliz­zato dai due schieramenti maggiori. È in questo scenario nuovo che Berlusconi si appresta a tornare a Palazzo Chigi. Il Cava­liere, sull’onda di una vittoria ottenuta alla sua maniera e alle sue condizioni, ottiene per la terza volta un mandato a guidare il gover­no, ma stavolta si avvia con una dichiarata consapevolezza delle difficoltà della missio­ne di accompagnare l’Italia fuori dalle secche in cui è finita. Un compito che dovrà saper affrontare assumendo le responsabilità che ha richiesto per sé e i suoi, e condividendo­ne alcune altre, in particolare sul piano del­le riforme istituzionali. Il fair play di Veltroni, che ha rapidamente ri­conosciuto la vittoria dell’avversario, e quello di Casini sembrano annunciare, insieme al­l’evocazione da parte di Berlusconi delle inte­se stabilite nell’ultima Bicamerale per le rifor­me, una stagione diversa e nuova rispetto al­la troppo lunga fase della lotta permanente tra maggioranze d’assalto e opposizioni a pre­scindere. Se sarà così, sarà un bene per tutti.

"Sento una grande responsabilita’ perche’ quelli che abbiamo davanti saranno mesi e anni difficili che richiederanno una prova di governo di straordinaria forza e capacita’ riformatrice. Lavorero’ con grande impegno -promette Berlusconi- mettendo a frutto la mia esperienza per i prossimi 5 anni, che saranno decisivi per l’ammodernamento del paese".Con queste parole Silvio Berlusconi ha commentato la vittoria elettorale. Il nostro leader ha gradito la telefonata di Veltroni, "’che e’ stata una telefonata che aveva annunciato e si e’ conclusa con poche parole, con un augurio di buon lavoro che ho gradito".Berlusconi ha poi rilanciato il dialogo con l’opposizione: "Noi siamo sempre stati aperti nei confronti dell’opposizione per lavorare assieme e ad accettare il loro voto, la’ dove i nostri provvedimenti anche loro li vedessero nell’interesse del paese. Quindi non cambieremo assolutamente nulla di questo nostro atteggiamento che e’ stato sempre aperto e dialogante. Noi andremo d’accordo con tutti coloro che vorranno lavorare con noi per il bene del paese".