24 aprile 2008

Problemi di traffico e parcheggi a Palese e S.Spirito



Riaprire la bretella che corre parallela ai binari delle ferrovie Bari Nord di Palese-Macchie , trovare aree di parcheggio ed aprire nuove strade a Palese e Santo Spirito. Questa la richiesta del Circolo della Libertà di Palese - Santo Spirito all'amministrazione comunale di Bari per migliorare la viabilità e la vivibilità dei due quartieri. La necessità di aprire nuove strade e nuove aree di parcheggio è una esigenza impellente perché il traffico automobilistico è arrivato a livelli di guardia e urgono soluzioni immediate per evitare il caos. In questo frangente l’Amministrazione Comunale di Bari trascura completamente i due quartieri ma si dedica anima e corpo alla ZTL per BAri vecchia,sforna piste ciclabili, progetta grandi parcheggi in tutta Bari, inventa il Bike Sharing impiegando risorse economiche non indifferenti. Questa politica non piace ai cittadini dei due quartieri che vorrebbero impegni concreti ed urgenti per traffico e viabilità ,due fattori che hanno fatto precipitare il livello della qualità della vita a livelli bassissimi nelle due ex-perle di Bari. Dal Circolo ,vengono avanzate delle proposte in attesa del tanto agognato piano del traffico del comune di Bari commissionato ad esperti del settore per la seconda volta, ma non ancora reso operativo o reso pubblico. Tra le prime proposte rientra a pieno titolo la questione del Lungomare di Santo Spirito che è diventato un grosso problema ,non solo d’estate ,ma in tutte le stagioni per l’assedio continuo di centinaia e centinaia di auto che giornalmente lo percorrono. Per questo problema la soluzione è la chiusura di un tratto di lungomare bloccando le auto in grosse aree di parcheggio disponibili in zona. Anche l’area libera di via Napoli a Santo Spirito dove prima c’era un distributore della Esso, potrebbe diventare un parcheggio per molte automobili ed in zona centrale. Per Palese si potrebbe creare un grosso parcheggio in Contrada Giannone sul prolungamento di Via Tenente Ranieri ,questo parcheggio libererebbe Piazza Renna e la stessa Via Ranieri dalla sosta selvaggia di centinaia di auto. Per quanto riguarda il problema viario, dal Circolo arrivano alcune proposte fra cui la riapertura di una bretella ,chiusa a suo tempo, che scorre parallela alla Ferrovia Bari Nord e che si collega alla statale 16/bis in direzione Bari. Secondo l’Anas ,sarebbe pericoloso riaprirla in quanto la stessa si congiunge a raso con la SS16Bis in un punto in cui le auto dirette a Bari vanno a velocità sostenuta e ciò potrebbe essere causa di incidenti gravi. Ma anche l’attuale soluzione ,inventata dall’ANAS ,è fonte di pericolo per gli automobilisti che si servono di essa .I palesini definiscono questa soluzione il "giro della morte" perché si tratta di una stradina interna che ,dopo un curvone sotto la statale 16 bis ,riaffiora in superficie nel punto in cui giungono ad alta velocità gli autoveicoli diretti verso Bari e che rappresenta un pericolo reale per gli automobilisti costretti a servirsi di questa strada. Secondo i rappresentanti del Circolo,ove ci fossero veramente pericoli reali, si potrebbe risolvere il problema aprendo la bretella sopracitata limitando la percorrenza fino alla deviazione per Palese ed impedendo, con opportuni dispositivi, il proseguo verso Bari. In pratica la bretella viaria servirrbbe solo per collegamento viario tra via Macchie da una parte e via Nisio e via Napoli dall’altra. Di fronte alla bretella chiusa esiste una grande area bloccata da archetti di ferro che si estende fino alla vicina stazione della Bari Nord e che ,secondo i rappresentanti del Circolo della Libertà ,può diventare un grande parcheggio al servizio dei cittadini e dei tanti automobilisti che ,dalle diverse zone di Palese ,si recano giornalmente al lavoro servendosi dei treni della ferrotranviaria e che lasciano le auto nei posti più impensabili. Anche via Modugno a Palese è prossima al "collasso circolatorio" e per evitare questo, si potrebbe pensare di creare un By Pass viario sfruttando alcune zone inedificabili esistenti nella zona ;così si collegherebbero il quartiere al Cimitero ed alla Perimetrale aeroportuale liberando dal traffico caotico via Modugno, una strada vitale per Palese. Da questo elenco,non esaustivo, di proposte i rappresentanti del Circolo si aspettano iniziativa istituzionali a partire dalla circoscrizione e dal comune di Bari per arrivare a raggiungere l’obiettivo di una maggiore vivibilità di Palese e Santo Spirito.

Gaetano Macina

21 aprile 2008

La parola alla Presidente Michela Brambilla



GIUSTIZIA E IMMIGRAZIONE DUE RIFORME DIFFICILI MA DA FARE SUBITO
Ma perché fa tanto scandalo il fatto che un clandestino, fermato quattro volte perché privo di documento di identità e poi espulso, non solo continui a girare liberamente per Milano ma possa stuprare anche una ragazza? O come stupirsi delle ultime due aggressioni avvenute ieri a Roma? Chi vive nelle nostre città lo sa bene, da tempo. Solo alcuni giornalisti sembrano accorgersi con ritardo di un fenomeno che ha ormai assunto proporzioni devastanti: almeno 100 mila clandestini a Milano e nel suo hinterland, più di 700 mila, secondo stime dello stesso ministero degli Interni, in tutta l'area del Nord; addirittura 200 mila, un immigrato su due, a Roma e nel Lazio. Ed è persino ridicolo quel che avviene in tema di espulsioni. Basta, del resto, chiederlo ai prefetti, costretti, in base al decreto varato dal governo Prodi, a fare ordinanze di espulsione che però restano lettera morta.Per non parlare poi di coloro che, spacciando stupefacenti o entrando nei tanti giri del racket, finiscono in carcere. Tempo un mese o poco più e sono di nuovo fuori.Insomma, la sicurezza è una vera emergenza. Viviamo in un Paese dove lo Stato non ha saputo far fronte al problema dell'immigrazione, in questi ultimi due anni. E di tutto ciò dobbiamo ringraziare il governo Prodi. Non solo non ha potenziato i controlli ma, al contrario, ha aperto, di fatto, le frontiere anche a tutti quegli immigrati che non avevano in tasca né un contratto di lavoro né reali opportunità per conseguirlo.Ma c'è di più. L'altra emergenza si chiama Giustizia. Assistiamo a una delinquenza, di immigrati e non solo, che entra ed esce dalle carceri a suo piacimento, calpestando i principi del diritto e della legalità. A fronte di ciò si è consolidata l'abitudine ad istruttorie che durano all'infinito e a processi sia civili che penali che, quando vanno a sentenza, si rivelano inutili perché, nel frattempo, i reati in essi contestati sono caduti in prescrizione. La Corte di giustizia europea ci guarda inorriditi, ma più che mandarci moniti ed avvertimenti non può fare.È anche per questo che la scorsa settimana - il 13 e 14 aprile - un numero straordinario di cittadini ha perso la pazienza e ha detto con chiarezza che, in questo modo, non si può proprio più andare avanti. Ed è pura follia pensare che il voto espresso nel Nord, ma anche in molte altre regioni d'Italia, sia dovuto a rigurgiti di matrice razzista. Non scherziamo: qui il razzismo non c'entra nulla come non c'entra nemmeno il colore politico. Tanto è vero che sul Pdl e sulla Lega si sono riversati, e a valanga, voti che prima erano di sinistra. Se, difatti, gli elettori hanno fatto questa scelta è perché sul tema dell'immigrazione, come su quello della sicurezza, nemmeno il nuovo programma enunciato da Veltroni è risultato credibile. Perché il suo biglietto da visita è stato quello di un ex sindaco di Roma che di clandestini e di criminalità è riuscita soltanto a fare il pieno e perchè molti degli esponenti del suo Pd erano proprio tra i responsabili di questo sfacelo.A chi ha stravinto queste elezioni tocca ora un compito oneroso: invertire la rotta. Bisogna adottare provvedimenti che consentano di ridurre il fenomeno dell'immigrazione clandestina. Ed è bene che si sappia fin da ora che certo non basterà, a questo fine, aumentare il numero dei poliziotti di prossimità. Il nuovo governo dovrà poi mettere mano a riforme che possano consentire alla macchina della giustizia di rimettersi finalmente in moto. E questo problema non è certo meno grave dell' altro. Non c'è proprio più tempo per rinviare anche questa riforma che investe la responsabilità dei magistrati ma anche il comportamento dei cancellieri e l'ampliamento delle carceri, le cui esigue strutture non possono più essere considerate un alibi per rimettere in libertà ogni genere di detenuti. Così come non si deve più sentir parlare di indulti e di amnistie.