Il ministro Fitto si è dimesso
Quando sono passate da poco le 13 – e nelle redazioni si continuano a fare i conti degli eletti e dei commenti, mentre i politici si apprestano a consolidare nuovi e vecchi equilibri – “esplode” (è il caso di dire) la notizia delle notizie: Raffaele Fitto avrebbe rassegnato le dimissioni da ministro, o meglio si presenterebbe da Silvio Berlusconi, domani in Consiglio, come dimissionario. Assumendosi così tutte le responsabilità di una sconfitta elettorale del suo candidato Rocco Palese. La notizia non trova conferme ufficiali da parte dell’interessato. Fitto, non risponde al telefono, ma a Roma voci autorevoli del governo lasciano intendere che la notizia è vera e che domani il premier prenderà in esame le dimissioni. Poco dopo le 15 l’Ansa lancia l’agenzia.
I fedelissimi del ministro, però, sembrano sconcertati, ma non troppo… come se se ne fosse parlato, ma una decisione non era stata presa… non ancora almeno. Qualcuno l’ha sentito nella mattinata… “sembrava tutto normale, tranquillo…” riferiscono.
Poi qualcosa deve essere successo… I soliti beninformati, ma si tratta di antifittiani (è bene dirlo), suggeriscono: forse, può averlo chiamato Berlusconi per invitarlo a dimettersi… Qualcun altro, più “cinico”, commenta: forse è deluso dal risultato elettorale a Maglie, nella sua roccaforte, dove suo zio Antonio Fitto non è riuscito a vincere al primo turno…
O, forse, più semplicemente, questa volta Fitto sa che questa partita la vinceva o la perdeva solo lui. Forse, ha preventivato anche questa “uscita” già quella domenica 24 gennaio quando ad Arezzo forzando la mano ai tre coordinatori nazionali decise che il candidato alla presidenza della Regione doveva essere il suo fedelissimo Palese… Garantendo per lui la vittoria… anche in quella lettera (mai confermata, però, dall’estensore) con la quale “minacciava” Berlusconi di lasciare il partito se fosse stato scelto al posto di Palese o la senatrice Adriana Poli Bortone o il magistrato Stefano Dambruoso…
Fitto, quindi, non poteva non sapere che una sconfitta sarebbe stata addebitata a lui e quindi non poteva non aver messo in conto le dimissioni da ministro. Poi, l’ampio scarto (il 6.5% su base regionale) fra Palese e Nichi Vendola all’interno di una situazione politica nazionale dove il centrodestra è riuscito a strappare al centrosinistra la Campania, la Calabria, il Lazio e il Piemonte, hanno fatto il resto.
Rimane da capire se quello di Fitto è un atto dovuto… e magari il leader del centrodestra pugliese spera che domani Berlusconi respinga le dimissioni, lo “perdoni” e continui a puntare su di lui… Magari…. Se, invece, le dimissioni dovessero essere accolte in Puglia si aprirà davvero quel “dopo Fitto”, del quale si è tanto parlato in questa campagna elettorale e che vede in pole-position tre parlamentari: Gaetano Quagliariello, Alfredo Mantovano e Antonio Azzollini. Tutti e tre sono riusciti anche ad eleggere propri consiglieri regionali… un segno anche questo di quello che potrebbe accadere.
I fedelissimi del ministro, però, sembrano sconcertati, ma non troppo… come se se ne fosse parlato, ma una decisione non era stata presa… non ancora almeno. Qualcuno l’ha sentito nella mattinata… “sembrava tutto normale, tranquillo…” riferiscono.
Poi qualcosa deve essere successo… I soliti beninformati, ma si tratta di antifittiani (è bene dirlo), suggeriscono: forse, può averlo chiamato Berlusconi per invitarlo a dimettersi… Qualcun altro, più “cinico”, commenta: forse è deluso dal risultato elettorale a Maglie, nella sua roccaforte, dove suo zio Antonio Fitto non è riuscito a vincere al primo turno…
O, forse, più semplicemente, questa volta Fitto sa che questa partita la vinceva o la perdeva solo lui. Forse, ha preventivato anche questa “uscita” già quella domenica 24 gennaio quando ad Arezzo forzando la mano ai tre coordinatori nazionali decise che il candidato alla presidenza della Regione doveva essere il suo fedelissimo Palese… Garantendo per lui la vittoria… anche in quella lettera (mai confermata, però, dall’estensore) con la quale “minacciava” Berlusconi di lasciare il partito se fosse stato scelto al posto di Palese o la senatrice Adriana Poli Bortone o il magistrato Stefano Dambruoso…
Fitto, quindi, non poteva non sapere che una sconfitta sarebbe stata addebitata a lui e quindi non poteva non aver messo in conto le dimissioni da ministro. Poi, l’ampio scarto (il 6.5% su base regionale) fra Palese e Nichi Vendola all’interno di una situazione politica nazionale dove il centrodestra è riuscito a strappare al centrosinistra la Campania, la Calabria, il Lazio e il Piemonte, hanno fatto il resto.
Rimane da capire se quello di Fitto è un atto dovuto… e magari il leader del centrodestra pugliese spera che domani Berlusconi respinga le dimissioni, lo “perdoni” e continui a puntare su di lui… Magari…. Se, invece, le dimissioni dovessero essere accolte in Puglia si aprirà davvero quel “dopo Fitto”, del quale si è tanto parlato in questa campagna elettorale e che vede in pole-position tre parlamentari: Gaetano Quagliariello, Alfredo Mantovano e Antonio Azzollini. Tutti e tre sono riusciti anche ad eleggere propri consiglieri regionali… un segno anche questo di quello che potrebbe accadere.
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