La Corte di Cassazione, occupandosi della vicenda di un sindaco che aveva sparato a tre rapinatori che lo avevano appena aggredito portandogli via 3500 euro, ha chiarito che l'utilizzo dell'arma contro i banditi in fuga non integra gli estremi del reato di lesioni volontarie aggravate. Annullando la sentenza di merito che in precedenza aveva deciso per la condanna, la Suprema Corte ha chiarito che nella fattispecie, considerato che i tre malviventi avevano affrontato armati il primo cittadino mentre rientrava a casa, si può riconoscere l'esimente della legittima difesa putativa. L'avvocato Enzo Fragala' che ha difeso nel processo il sindaco ha dichiarato: "Sono stato sempre convinto della sussistenza della legittima difesa e del comportamento esemplare del sindaco che ha voluto con la sua reazione evitare che i tre rapinatori aggredissero i suoi congiunti portando il gravissimo delitto gia' commesso alle estreme conseguenze. La sentenza [...] rassicura tutti i cittadini onesti che di fronte al crimine ogni cittadino ha diritto a difendersi e a reagire".
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