5 marzo 2009

La nostra giustizia è lenta rispetto ad altri paesi

L'efficienza del sistema giudiziario è un aspetto di primaria importanza anche dal punto di vista economico, perché se non c'è una giustizia efficiente, in pratica manca la certezza del diritto, e quindi diventa difficile "fare affari" nel senso più generale. Il posizionamento dell'Italia è significativo, perché il parametro di riferimento per la classifica è il tempo necessario a "consentire a una parte lesa di recuperare un pagamento scaduto ": un classico problema di business dunque.
Non è un caso che ai primi posti nella classifica dell'efficienza del sistema giudiziario siano in gran parte paesi che hanno prosperato dal punto di vista economico o come "capitali finanziarie": l'accoppiata di testa
Hong Kong e Lussemburgo è significativa. Anche il terzo posto dell'Islanda è significativo, per quanto oggi sia un paese in profonda crisi (ma per un indirizzamento politico strategico errato).Ed è difficile non collegare la posizione dell'Italia anche alla pessima produttività del nostro Paese, secondo i dati OCSE, anche perché è verosimile che a subire il maggior danno da contenziosi che si trascinano per tempi geologici, siano proprio le aziende più piccole e più giovani (che solitamente sono anche le più innovative), che hanno minori risorse per affrontare risorse di questo tipo. Senza contare il fatto che le imprese estere, soprattutto quelle non enormi, ci pensano "un po' di più" prima di portare parte del loro business in Italia.Il problema è che in Italia sembra mancare completamente una "cultura della giustizia", e quindi manca una spinta concreta dalla "società civile" e dalla politica per affrontare il problema. La cronaca di questi giorni è ricca di esempi in questo senso: lampante è il caso delle polemiche intorno alla vicenda degli stupri, che mancano completamente il nocciolo della questione poiché si confonde l'arresto ai fini di garantire la regolarità delle indagini con una "pena anticipata", e si finisce con il chiedere (incentivati anche da molti politici che cavalcano l'onda) una condanna senza processo, anziché una condanna severa dopo un processo immediato, che non si perda in "cavillosità" burocratesi.A questo si aggiunge che la complessità delle normative lascia spazio ad interpretazioni da parte dei giudici (tanto per evitare equivoci: è un problema della normativa, non una colpa dei giudici -- almeno in generale): ed in questo senso torno a dire che è grave il semplice fatto che abbia inizio il processo contro Google con l'accusa di "non aver filtrato preventivamente i contenuti", che descrive bene come anche il recepimento delle norme internazionali sia nel nostro paese soggetto a distorsioni che possono portare a conseguenze pericolose.Come se non bastasse, c'è una (pericolosa) tentazione a crearsi una propria legislazione da parte di comuni e regioni, che però possono creare una disomogeneità che sicuramente non aiuta.
Mi viene in mente la notizia delle sanzioni introdotte dal sindaco di Padova contro i tossicodipendenti: nessuno ovviamente nega che si tratti di un problema importante e che merita di essere affrontato, ma lascia perplessi che lo stesso comportamento di una persona possa essere "legale" in una città e comportare invece l'obbligo di
"riabilitazione" al Sert in un altra.
In sostanza quindi, servirebbe un insieme unico di leggi da rispettare, e non un guazzabuglio disordinato dove tutti interpretano come vogliono
.
(Fonte bussinessonline)