19 febbraio 2008

I Circoli, la gente, il Popolo: con i cittadini per risollevare l’Italia

EDITORIALE DELLA PRESIDENTE

La scorsa settimana su “Il Giornale della Libertà” abbiamo titolato:“Ricominciamo”. Sì, facciamo ricominciare all’Italia l’avventura interrotta nel 2006. Con Silvio Berlusconi. Eccoci. Noi ci siamo. I Circoli della Libertà sono qui, per contribuire al successo del Popolo della Libertà, che – io ne sono certa - si avvia a vincere le elezioni e poi a governare dando finalmente una svolta al modo di fare politica in questo Paese. Il lavoro che abbiamo fatto sin qui ha già prodotto risultati concreti, pesanti e significativi, nelle città e nei paesi in cui si sono moltiplicati i Circoli della Libertà. Siamo tanti. Al meeting di sabato scorso abbiamo anche fornito qualche dato: siamo già più di 6500 Circoli in tutta Italia; le nostre iniziative hanno coinvolto già più di un milione di cittadini. Al Teatro Nuovo era presente la gente che ha ingrossato le fila del nostro movimento. La nostra organizzazione è ormai per quantità di convinte adesioni, consolidate strutture e capacità propositive una protagonista dell’Italia di oggi. E il nostro ruolo vogliamo giocarlo all’interno del nuovo e più grande movimento che è il Popolo della Libertà.
E credo anche che abbia una ancor più chiara valenza politica il fatto che il presidente Berlusconi abbia voluto scegliere proprio questo nostro meeting per dare l’avvio alla campagna elettorale per il
Popolo della Libertà. Lo ha fatto solo per un senso di amicizia nei nostri confronti? L’amicizia conta molto per lui e per noi. L’amicizia è quello che fa dire al presidente Berlusconi che io sono la più grande “rompi…scatole” che ha incontrato. Un gran complimento, di cui l’ho già ringraziato in privato e in pubblico.
All’inizio, quando del Popolo della Libertà esisteva solo un’idea allo stato embrionale, hanno provato a zittirci in tutti i modi. Dilettanti allo sbaraglio ci chiamavano. E talvolta ci dicevano anche di peggio.E c’era da capirli perché per molti di loro rivoluzionare e in questo modo il sistema politico era solo un progetto bislacco e, di fatto, quasi irrealizzabile, un traguardo distante anni luce. Tutti la pensavano così. Anche Walter Veltroni che allora era ancora chiuso nella torre d’avorio del suo Campidoglio. Tutti meno uno Berlusconi. Quando ancora Ds e Margherita si affannavano intorno alla loro fusione di apparati e segreterie, Silvio Berlusconi ha visto che c’era un popolo già pronto per dare corpo a un unico grande movimento dei liberali e dei moderati italiani. Era il popolo sceso in piazza il 2 dicembre 2006 contro la prima Finanziaria di Prodi. Era il popolo che ha prodotto adesioni in tutta Italia ai nostri Circoli della Libertà.
Ed è di questa nuova realtà che i Circoli intendono ora far parte. Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità in tutte le sedi della rappresentanza popolare, dal consiglio comunale del più sperduto municipio, alle aule del Parlamento. Lì vogliamo portare idee di rinnovamento dell’apparato pubblico, politico ed istituzionale che abbiamo maturato, in tutti questi mesi, attraverso un libero e aperto confronto con gran parte della società civile. Perché il mandato che noi abbiamo ricevuto dai cittadini che, a centinaia di migliaia, hanno fino ad ora aderito ai nostriCircoli, non è certo quello di proporre,in Parlamento, l’ennesima leggina di sostegno per le comunità
montane o un purtroppo inapplicabile calmiere sui prezzi. Ci è stato chiesto e a gran voce ben altro. Ad esempio, un cambiamento radicale degli apparati e di molte delle sovrastrutture che oggi si affastellano,con enormi costi, nel sistema pubblico mettendo mano a leggi, riforme ed interventi che colpiscano sprechi e privilegi. La richiesta è forte e chiara. I cittadini che incontriamo hanno voglia di cambiare e di partecipare. Cambiamento e partecipazione sono state due parole che ci hanno guidato fin dall’inizio. Sono quelle che ci porteranno ad assumere compiti e responsabilità anche in futuro

Vittoria Brambilla

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