22 novembre 2007

Il Commento di Michela Brambilla sulla nascita del partito della Libertà


Devo dire che comprendo i patemi d'animo e magari anche i traumi che può aver provocato in molta gente della politica l'improvvisa mossa di Silvio Berlusconi. Eh sì, perché coloro che vivono e operano dentro i vecchi e ormai quasi paralizzati apparati del nostro sistema repubblicano, non sono certo abituati a traslocare, in una sola notte, idee, abitudini, sigle e poi anche poltrone e scrivanie. Sono stati educati diversamente. Il cambiamento per loro è un'eventualità da rifuggire. Difatti, non bisogna meravigliarsi che, di fronte ad un simile tornado, siano spuntati qua e là musi lunghi così. Era anche questo nel conto. Ma la domanda è e resta sempre una sola: cos'altro doveva ancora succedere che non fosse già accaduto, in questo disastrato Paese, per decidersi una buona volta a dire basta? È arrivata l'ora di cambiare. La verità è che Silvio Berlusconi, come egli stesso ci racconta nell'intervista che oggi pubblichiamo, ha fatto la cosa giusta al momento giusto, cioè quella di dare uno scrollone deciso ad un sistema che ormai stava facendo dell'immobilismo il suo vangelo quotidiano. L'economia sta andando a rotoli? Ma che importa, tanto, in qualche modo, si va avanti lo stesso. Milioni di famiglie sono talmente indebitate da non poter più pagare nemmeno i ratei del mutuo? Tiriamo a campare, tanto, nei palazzi della politica, pasti, affitti e auto blu sono gratis per tutti.C'è un Governo che non ha più la maggioranza? Ma vi sembra possibile - è stata la risposta del Palazzo in questi mesi - attaccarsi a simili cavilli per invocare addirittura nuove elezioni?Respinti da simili muri di gomma, c'era insomma di che perdere la pazienza e mi pare che Berlusconi abbia fatto proprio bene a perderla. E lo ha fatto in nome di tutti quei cittadini - e sono ormai molti milioni - che, pur avendola già persa da tempo, non riuscivano a trovare qualcuno che desse spessore e speranza alla loro più che giustificata e ormai più che plateale protesta. E poi vi è mai capitato di leggere le analisi che sull'andamento della nostra economia appaiono da più di un anno sui più autorevoli giornali stranieri? Ebbene, ci danno, e credo a ragione, quasi per morti. Primo, perché, invece di ridurre un debito pubblico che è tra i più alti del mondo, continuiamo a gonfiare in modo scriteriato una spesa pubblica che resta poi, in gran parte, lo stesso improduttiva. Secondo, perché il nostro trend di sviluppo che è già il più basso d'Europa, rischia, in mancanza di urgenti terapie d'urto, di spegnersi come una candela al primo vento di recessione che ricominci a soffiare. E purtroppo, grazie alla faccenda dei mutui americani, a questo spegnimento ci siamo quasi. Per non parlare della politica che abbiamo adottato nei confronti dell'immigrazione clandestina: stiamo facendo ridere mezz'Europa; e stiamo preoccupando ogni giorno di più i nostri concittadini.Ha fatto bene, anzi benissimo, Berlusconi a dire ai signori del Palazzo, quelli di destra come quelli di sinistra, che è arrivato il momento di piantarla con questa assurda melina, che sta portando il Paese allo sfascio. E se, scompaginando gli schemi della vecchia politica, egli ha rotto le uova nel paniere anche ad amici o alleati, meglio così, perché è di una forte ventata di aria nuova che l'Italia ha oggi bisogno per rimettersi un po' in sesto. È ormai un anno, del resto, che i nostri Circoli della Libertà si stanno impegnando, proprio per poter contribuire a questo radicale cambiamento. Che poi vuol essere persino qualcosa di più: forse, se necessaria, una mezza rivoluzione. Insomma tutto quel che ci vuole per scardinare un modo di fare politica e di gestire le Istituzioni dello Stato che il cittadino ormai dichiara apertamente di non sopportare più. Difatti,non resta che consentirgli di andare alle urne. E poi vi assicuro che, in questo Paese, cominceranno finalmente a cambiare molte cose.

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