LA PAROLA ALLA PRESIDENTE MICHELA BRAMBILLA
Non ho esitato un istante ad accogliere l'invito rivoltomi da Alleanza nazionale a partecipare, insieme con i Circoli della Libertà, alla grande manifestazione che si è svolta a Roma. E questo per una serie di motivi che dovrebbero essere chiari a tutti coloro che, oggi, non pensano soltanto a mandare a casa il governo Prodi, ma vogliono anche contribuire alla costruzione di uno schieramento politico che, per valori, idee, capacità e spirito di coesione, sappia realizzare quel vero e proprio "salto" verso un paese più libero e moderno che, a gran voce, la maggioranza dei cittadini chiede ad ogni angolo di strada. Per quale altro fine sarebbero nati un anno fa i Circoli della Libertà, se non per portare linfa e mattoni al progetto di un grande partito della libertà? Che poi non è più soltanto un'idea. Questo assillante bisogno di uno schieramento che abbia i numeri e poi la coesione necessaria per produrre finalmente un rinnovamento del nostro sistema, prima ancora che nei partiti, è oggi talmente radicato in molti strati della nostra società civile al punto da non essere più eludibile per nessuna forza politica che si ispiri alle idee di libertà e di vera democrazia.La somma delle idee e dei valori espressi dai vari partiti deve ormai sostanziarsi in un impegno comune di grande forza e di lunga prospettiva. E i Circoli della libertà, come e quanto possono, lavorano per questo obiettivo, cercando di rappresentare gli interessi e le esigenze di tutti quei cittadini che ancora non hanno chiara la fisionomia egli obbiettivi di questo percorso. Ma cercano anche, per quanto possibile, di assumere iniziative che servano ad amalgamare maggiormente, partendo dalle istanze dei cittadini, i partiti e i movimenti che, pur conservando una propria identità, si riconoscono in questo progetto. E se la necessità di un grande e più coeso fronte liberale è diventata così impellente, lo si deve proprio a questo governo che, gestendo la cosa pubblica in un modo disa-stroso, ha fatto saltare all'improvviso i coperchi della protesta, che alcuni politologi cercano di liquidare appioppando ad essa l'etichetta di anti politica. Povera sinistra, a cosa è ridotta pur di difendere la sua ormai più che palese incapacità di governare... Alla manifestazione di An, ma prima ancora ad iniziative assunte da altri partiti, i Circoli della Libertà hanno portato la tangibile testimonianza delle esperienze da essi raccolte in mesi e mesi di libero confronto con i cittadini, oggi fisicamente in rivolta - non era mai accaduto prima con tanto accanimento - contro chi rappresenta e gestisce lo Stato.È appunto questo il sintomo più preoccupante: sono ormai molti gli italiani che, non potendone più di essere trattati in questo modo, stanno addirittura voltando le spalle alla politica, facendo di ogni erba un fascio: contro la sinistra che li opprime di tasse e toglie loro sicurezza e voglia di vivere, ma poi anche contro le istituzioni e tutto quel che le rappresenta, come se sinistra e Stato fossero facce della stessa medaglia. Non sono affatto la stessa cosa, ed è ora che la libera voce di questo paese, rappresentata dai partiti ma anche da coloro che, pur stando al di fuori o ai margini della politica, si riconoscono nel grande schieramento moderato, faccia ogni sforzo per abbattere un governo che rischia di distruggere la cosa più impanante di una democrazia: il rapporto di fiducia che deve esserci tra cittadino e istituzioni. E ripristinare questo rapporto riaprendo, nel nostro paese, una nuova e vera stagione di riforme è un assoluta priorità
Speriamo che questo contenitore elettorale diventi un partito definito e con una piattaforma programmatica (e di valori) condivisa. Altrimenti si rischia di fallire.
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