4 agosto 2007

La parola alla Presidente Michela Brambilla


La domanda più frequente che migliaia di cittadini mi fanno, telefonando in diretta alla nostra Tv della Libertà, suona più o meno così: come mai, in questo paese, a differenza di quel che accade nel resto d'Europa, è così difficile viaggiare? E giù critiche a valanga sul nostro trasporto aereo, sulle ferrovie dissestate, per non parlare poi degli ingorghi che si verificano sulle nostre strade, d'estate come d'inverno. Non vi nascondo che, spesso, i nostri esperti sono costretti ad arrampicarsi sugli specchi, per aiutarmi a rispondere a questi più che legittimi quesiti. Eh sì, perché gli addetti ai lavori, cioè i responsabili della pubblica amministrazione, giocano ormai quasi sempre a scarica barile. Come se fosse sempre di qualcun altro la responsabilità di un'Alitalia ormai in pezzi, di treni che procedono a due all'ora (perché i vecchi binari si surriscaldano) e della quotidiana via crucis degli automobilisti sui più importanti snodi stradali del Nord così come sulla Salerno-Reggio Calabria. Ma insomma, di chi è la colpa di queste pene dei cittadini italiani? Dell'impiegato sonnacchioso o indolente, del suo dirigente o del politico di turno che, stando al vertice di questa piramide burocratica, a Roma come in qualsiasi altra parte del territorio, non si assicura che il servizio di cui ha la responsabilità davvero funzioni? E' colpa dell'amministratore delegato di turno se la nostra compagnia di bandiera perde poco meno di due milioni di euro al giorno e cancella voli su voli senza nemmeno avere il riguardo di avvisare i passeggeri? O la responsabilità è di chi, mettendo quel dirigente in quel ruolo, ha evidentemente puntato sul cavallo sbagliato? Ma anche il politico e il ministro di turno ha la scusa pronta; l'alibi più frequente è più o meno questo: sono qui solo da una manciata di mesi, quindi se il nostro sistema dei servizi è, rispetto al resto d'Europa, indietro di almeno 30 anni, manco a dirlo, è tutta colpa della prima Repubblica ormai defunta, ma che ci ha lasciato assai pesanti eredità.Ma certe volte, come spiega con chiarezza Mario Baldassarri nell'intervista che pubblichiamo, questi alibi non reggono proprio. Si dà il caso, infatti, che proprio l'Esecutivo guidato da Prodi abbia bloccato gran parte di quei 170 miliardi di euro che la legge obbiettivo varata dal Governo Berlusconi aveva stanziato per velocizzare al massimo l'ammodernamento della nostra rete stradale e ferroviaria. E sapete cosa, di questo programma si è salvato? Soltanto ciò che, per nostra fortuna, era stato già incantierato, tanto che sospendere questi lavori, dopo averli ormai avviati, sarebbe costato, solo di penali, quanto l'intero investimento richiesto dalle opere. E la Tav? Un indecente balletto che non si sa quanto durerà e che comunque sta già costando molto di più del previsto e del sensato. Infatti ogni rettifica del tracciato comporterà un'ulteriore spesa di parecchi miliardi di euro da reperire chissà dove. E dove se non ancora nelle nostre tasche?Il cittadino chiede e, stufo di non ricevere mai risposte convincenti, comincia a non poterne più. Anche perché questo Governo sta dando, da questo punto di vista, il peggio di sé: aumenta a dismisura la spesa pubblica, per accontentare i referenti della sua nutrita coalizione, ma continua ad aver altro per la testa che le "public utilities". Rinvia l'inevitabile aumento dell'età pensionabile, scaricando così sui governi futuri costi che da qui a qualche anno diverranno insostenibili; discetta ideologicamente su tutto, ma poi non tira fuori nemmeno un euro per la ricerca e per le università; blocca i lavori per il Ponte sullo Stretto e poi utilizza questi fondi per dare qualche contentino alle sue clientele, o almeno a quelle che presume di poter ancora coltivare, perché non è detto che gli elettori di Messina o di Reggio abbocchino ancora.E la sicurezza? Lasciamo perdere perché ben altre, dicono i ministri di Prodi, sono oggi le priorità. Ad esempio, quella di aprire le porte ad ogni tipo di immigrazione clandestina. Che poi fra questi immigrati vi siano molti che confluiscono nelle organizzazioni criminali poco importa. Fanno comunque numero e poi non è da escludere che, un domani, potrebbero anche votare per la solita sinistra assistenzialista e terzomondista.Insomma, per i problemi veri del Paese non c'è mai tempo; non ci sono risorse. Tutto, Alitalia compresa, viene lasciato languire, come se l'emergenza dei servizi pubblici non fosse un'assoluta priorità. E poi qualcuno ha pure il coraggio di lamentarsi che ci sia molta gente che, viaggiando male e vivendo peggio, comincia a non sopportare più questo modo di fare la politica.

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