L’attuale Governo di centrosinistra viene bocciato da due italiani su tre. La stragrande maggioranza (60%) chiede che si vada a elezioni anticipate e solo il 14% ritiene che l’attuale maggioranza saprà governare ilPaese e fare le riforme necessarie. Sono i dati dell’ultimo sondaggio realizzato da Ipsos per Il Giornale della Libertà su “gli italiani e il Governo Prodi”, dal quale emerge un alto indice di sfiducia causato dai risultatiottenuti fino ad oggi. Il 31% ritiene che nella migliore delle ipotesi la maggioranza non sarà in grado di fare granché e vivacchierà fino a fine legislatura, per il 21% degli italiani non concluderà il mandato e il 27% si aspetta la caduta del Governo da qui a qualche mese. Non vanno meglio le pagelle date ai singoli ministri. Ad aprire e a chiudere la lista dei promossi e dei bocciati ci sono due ministri antagonisti e alquanto litigiosi fra loro, Antonio di Pietro e Clemente Mastella, ai ferri corti sul tema della riforma dell’ordinamento giudiziario. Fra tutti l’unico promosso con la sola sufficienza è Di Pietro (Infrastrutture), mentre in fondo alla lista dei bocciati c’è Mastella (Giustizia). Nella punizione popolare pesano i risultati del Governo sui temi che più concretamente incidono sulla vita quotidiana degli italiani, tasse in testa. Argomento , quest’ultimo , che ci dà un primato europeo, ma negativo. Siamo, infatti, il Paese con la tassazione più alta: il 65,8%, a fronte di una media europea del 64,1% e una media statunitense del 37,3%. Una tassazione che incide pesantemente su cittadini e imprese e per la quale non si vedono spiragli nemmeno da parte del nuovo Dpef varato dal Governo e subito bocciato dall’Europa. Anzi, stiamo per candidarci a un altro primato non invidiabile sulla tassazione per le imprese: ora, a livello mondiale, siamo al quarto posto e, a partire dal 2008 , con il previsto abbassamento di tassazione in Germania , saremo i primi in Europa. E con tale precondizione continueremo a essere verosimilmente fanalino di coda nella crescita della produttività e della competitività delle nostre imprese.
Altro elemento di disorientamento popolare sono le pensioni, un fronte che non accontenta né chi è alla fine della carriera lavorativa né chi è nel pieno sviluppo dei propri progetti di vita, entrambi preoccupati dal numero esorbitante (23 milioni) di pensionati,una cifra cresciuta dell’8% solo nell’ultimo decennio.
Gli italiani si sentono lasciati a se stessi anche in tema di sicurezza, fra un’emergenza criminalità denunciata a chiare lettere dal nuovo capo della polizia Antonio Manganelli e caratterizzata sempre più dalla presenza di immigrati clandestini soprattutto in Nord Italia. E a peggiorare il senso di insicurezza ci sono anche le cifre causate dall’indulto, prima azione politica realizzata sotto la guida dell’attuale maggioranza e che ha provocato un nuovo picco di atti delinquenziali, soprattutto aggressioni e rapine in villa.
Altro elemento di disorientamento popolare sono le pensioni, un fronte che non accontenta né chi è alla fine della carriera lavorativa né chi è nel pieno sviluppo dei propri progetti di vita, entrambi preoccupati dal numero esorbitante (23 milioni) di pensionati,una cifra cresciuta dell’8% solo nell’ultimo decennio.
Gli italiani si sentono lasciati a se stessi anche in tema di sicurezza, fra un’emergenza criminalità denunciata a chiare lettere dal nuovo capo della polizia Antonio Manganelli e caratterizzata sempre più dalla presenza di immigrati clandestini soprattutto in Nord Italia. E a peggiorare il senso di insicurezza ci sono anche le cifre causate dall’indulto, prima azione politica realizzata sotto la guida dell’attuale maggioranza e che ha provocato un nuovo picco di atti delinquenziali, soprattutto aggressioni e rapine in villa.
L’ambiguità, fin dal mancato inserimento della realizzazione della Tav in Val di Susa nel programma di Governo, della politica infrastrutturale e l’inefficacia delle misure per ridurre l’enorme spesa pubblica (20 miliardi di euro di troppo spesi ogni anno) e annessa burocrazia sono altri due temi che hanno alimentato negli ultimi mesi la sfiducia degli italiani. Prima dei sondaggi, notai, farmacisti, benzinai, pompieri e altre categorie avevano tuttavia già detto ‘no’ al Governo Prodi.
(Nota tratta dal Giornale della Libertà)
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