Abbiamo perso ai ballottaggi. Non siamo stati capaci di riportare a votare la nostra gente. I numeri di questa tornata elettorale sono impietosi. Al primo turno hanno votato per la coalizione di centro destra 92.133 elettori, al secondo turno hanno votato per il candidato sindaco Di Cagno Abbrescia appena 67.217 persone, con una perdita secca di 24.916 voti, pari a circa il 27% dell’elettorato. Praticamente il 14% in meno di affluenza alle urne si è tramutato in un -28 del candidato di centrodestra, mentre il candidato di centrosinistra ha portato i suoi voti da 98.052 al primo turno a 100.021 al ballottaggio, forse con un effetto minimo dell’apparentamento con l’UDC. Il “pacchetto” candidato sindaco non ha funzionato: la campagna elettorale, la comunicazione, il programma, il rapporto con gli elettori, le questioni con gli ex alleati. E’ stato tutto sonoramente bocciato dall’elettorato. Al primo turno siamo riusciti ad arrivare al ballottaggio grazie ad un risultato notevole dei candidati consiglieri che hanno tirato il candidato sindaco. Tale traino, evidentemente, è venuto meno al ballottaggio evidenziando la pochezza della candidatura in campo. Un ottimo sindaco, una bravissima persona ma, purtroppo, in questa fase, un pessimo candidato. Lo dicono i numeri ed i numeri non consentono appello. Che fare adesso? Il modello dirigistico del partito non funziona più. Le scelte calate dall’alto allontanano gli elettori e non riescono a mettersi in sintonia con le persone, con le città. La “P” di PDL sta per “popolo” e non per “partito”. E’ dal popolo che bisogna ricominciare. Continuando l’analisi delle elezioni, e guardando i risultati degli eletti, appare immediatamente agli occhi che, in tutta la Puglia, sono state premiate le persone che sono riuscite di più ad interpretare la voglia di cambiamento della gente, gli interessi e la difesa del territorio. Da Emiliano, a Schittulli allo stesso Mennitti, che si è scagliato con forza contro il rigassificatore a Brindisi. Ed ancora, nelle liste degli eletti, è stata premiata la freschezza, la gioventù politica. I più suffragati, a Bari, a Foggia, a Lucera, in provincia, alle europee, sono persone giovani e grintose. Hanno messo in soffitta i vecchi arnesi. Per le prossime regionali il PDL, se vuol vincere, deve cambiare completamente e decisamente registro. Occorre iniziare immediatamente il tesseramento, arrivare ad un congresso regionale il prima possibile, coinvolgere il più possibile la gente, i militanti; indicare coordinatori che abbiano piena legittimazione popolare. E poi, contemporaneamente, far si che gli enti riconquistati siano un esempio di efficacia, efficienza e buon governo del territorio, magari mandando qualcuno a scuola negli enti amministrati dalla Lega. Bisogna ricucire gli strappi con chi, pur essendo di centrodestra, è rimasto fuori dal PDL. Sarebbe bello che per far questo si ricorresse allo strumento delle primarie di coalizione per decidere la candidatura del Presidente della Regione: una legittimazione di popolo fresca, condivisa e determinante. Per coinvolgere la gente, eliminare le divisioni tra fratelli e dare forza al candidato comune. La gente di destra è stufa delle sconfitte brucianti, è stufa delle decisioni calate dall’alto, è stufa di vedere il proprio territorio svenduto e sfruttato. O il PDL diventa un partito di popolo, oppure muore. Da soli, il 51% è lontano. Con candidati calati dall’alto, lo è ancor di più.
Dante Leonardi
N.D.R
Chi ha sbagliato ed ha cariche politiche si togliesse davanti ai co...........
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